Il Palazzo Caccialupi, oltre ad ospitare l’omonima residenza per anziani, nasconde nel suo giardino una chicca ai
più probabilmente sconosciuta: una bellissima fonte con il suo bottino.
La costruzione con ogni probabilità risale alla fine del '500 e uno degli elementi fondamentali che accompagnava la
realizzazione di nuovi insediamenti abitativi era quello di assicurarsi un approvvigionamento idrico.
Il complesso, essendo circondato da un'ampia area verde degradante verso il fondo della Valle di Porta Giustizia,
offrì le caratteristiche geomorfologiche adatte alla costruzione di un bottino autonomo, che assicurava un costante
approvvigionamento di acqua.
Fu quindi realizzato un piccolo reticolo di bottini, composto da un ramo principale di circa 120 metri di lunghezza
e due “influenti” laterali di circa 50 metri ciascuno, che hanno fornito per secoli l'acqua sufficiente a soddisfare
le esigenze idriche sia civili che agricole.
In particolare, il bottino principale, dopo avere raccolto l'acqua fornita dagli altri due rami, termina in una
grotta nella quale si trova un ninfeo di gradevole fattura seicentesca, composto di mosaici geometrici, realizzati
con conchiglie marine e materiale calcareo.
Qui è presente una vasca che, attraverso un sistema di trabocchi del “troppo pieno”, va ad alimentare una grande
cisterna ottagonale posta una decina di metri fuori dalla grotta e, sempre per trabocco, vengono poi alimentate
altre tre piccole cisterne circostanti.
Si tratta quindi di un complesso e bellissimo sistema di raccolta ed utilizzo delle acque, frutto dell'ingegnosità
e della necessità di utilizzare appieno questo elemento essenziale per la vita.
Purtroppo la situazione di tutto l’insieme era molto degradata, il bottino era in parte ostruito dal fango, il ninfeo
si stava deteriorando e quindi era urgente un intervento per non perdere questo picco tesoro di architettura.
Per questo motivo “La Diana”, in totale accordo con gli organi amministrativi e direttivi dell’ASP Città di Siena,
azienda pubblica proprietaria dell’intero complesso, ha presentato un progetto di recupero che è stato favorevolmente
accolto dalla Fondazione Monte dei Paschi che ha deciso di sovvenzionare le opere di restauro che sono poi iniziate nel 2009.
Nel dettaglio l'intervento è finalizzato alla completa ripulitura del bottino collegato alla fonte e al restauro del
ninfeo per riportare quindi tutto il complesso alla sua originale funzione di recupero delle acque piovane e di
stillicidio per consentire un loro utilizzo nell'irrigazione delle zone circostanti.
I lavori sono tuttora in corso e sono seguiti dal nostro socio geom. Riccardo Cannoni che con profondo amore e
passione sta dedicando molto del suo tempo a questo ambizioso progetto.
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